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Io mi credea sotto un leggiadro velo

Io mi credea sotto un leggiadro velo
    Trovar inerme e giovenetta donna,
    Tenera a’ prieghi, o pur in treccia e ’n gonna,
   Come era allor che parvi al sol di gelo:
Ma, scoperto l’ardor ch’a pena io celo
    E ’l possente desio ch’in me s’indonna,
    S’indurò come suole alta colonna
     scoglio o selce al piú turbato cielo.
E lei, d’un bel dïaspro avvolta, io vidi
    Di Medusa mostrar l’aspetto e l’arme,
    Tal ch’i’ divenni pur gelato e roco;
E dir voleva, e non volea ritrarme,
    Mentre era fuori un sasso e dentro un foco:
    Spetrami, o donna, in prima, e poi m’ancidi.

Séguita a mostrar con altra metafora come avvisando di trovar la sua

donna senza difesa fosse da lei vinto e superato.

#ScrittoriItaliani (XVI Rime d’amore secolo)

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