Caricamento in corso...

Campane

Campane,
rintocchi
di vespri
paesani,
di tramonti
tra i paesi
toscani
dell’alta valle
del Reno,
aperta
al sole
di collina,
terso,
radente
tra
Gavinana,
San Marcello
e il suo versante;
Campane,
rintocchi
di vespri
paesani,
scanditi
di calle
in
calle,
su sentieri
paghi,
silvestri
tra campi
laboriosi,
tra vette
e campanili,
spandono
il loro
suono,
tra le sponde
dei muretti
fianco
dei ponti,
sopra l’acqua
che scivola e
zampilla, tra rocce,
cespugli
ed
un gioco di girini
al ritmo fresco di
corrente
di ruscello
scosceso
tra rovi ed
intrecciati arbusti;
Campane,
rintocchi
di vespri
paesani,
inni ai tramonti,
suoni
stanchi
di falde
di bronzo,
solcano
cadenze
solenni,
quiete;
sfocati
toni,
prima lenti,
pensosi,
ora ansiosi,
ora sfuggenti,
ora impulsivi,
rimano
un saluto,
un cenno,
un richiamo,
eco
terso,
immerso,
riflesso
mesto
di
suono
scemato
al ritmo
del tramonto,
segno lento,
appagato,
appena malinconico, come sibilo
di vento,
che si agita
e poi tace
ed infine
spande
l’ultimo
fil di voce,
tenue come
nebbia
sottile
adagiata,
sulla
brina
di fondo valle;
Campane,
rintocchi
di vespri
paesani,
tra spire
di venti
soffiano
correnti
a brezza
di fresca
fibra
che accarezza
il desinare
quando,
allo sparir
del sole,
e del suo ultimo
bagliore,
traccia
l’aria,
un ultimo
volteggio
di campana,
ultimo cenno,
di sommesso
grazie
alla natura
che,
si slancia
tra le vette,
preparandosi
alla notte,
e l’occhio pago
del mi omo
scivola
a contemplar
la vetta della
Pieve,
erta luce]
svettante
sulle ombre,
calate,
della sera,
assaporando
il sonno scandito
nel silenzio
posato
su un prato fitto
di rugiada,
sopito
al ritmo del creato
dopo
quell’ultimo
rintocco
del Sagrato.

Alfredo Caronia - Piatra Neamt 7 Agosto 2008

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