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Le 17, l’ora della Pieve

Le 17, l’ora della Pieve
e del rintocco
di campane,
brunite,
terse all’aria,
velate di rosso nel tramonto,
inno tenero
di saluto
alla montagna che  si copre,
velata, silenziosa
distesa di verde
sfuggente tra le ombre,
sagoma tenera di malinconia
di un rinnovato
imbrunire
dei tramonti
e un tocco ritmato a
malinconiche,
ispirate,
figurate
cadenze
nel ritmo posato
di un ciclo
di natura
fertile
segno
di vita
laboriosa
e
paga,
inchinata all’ approssimarsi della sera
come un fiore che
si richiude
immerso nel profumo
d’erba di montagna,
che, sulla soglia
del sole,
si tinge di un pallido rossore,
ed, in questo placido quadro,
senza rumore,
dove appagato,
mi raccolgo a pensare,
un rintocco di campane,
lenta, pensosa
melodia
che si schiude in una pausa
di misurata tristezza
di ogni uomo,
che, a fine giorno,
si ristora e
si consola,
un soffio
di suon di campane
spinto nel vento
per farsi,
pacatamente,
da lontano,
ascoltare,
accompagna,
con voce,eco di lontananza,
distesa tra le calli,
una flebile tenerezza,
addolcita
di malinconia
tra i (  sussurrati ) (policromi)
suoni
della melodia
di un tramonto,
dove l’azzurro,
sui lembi delle montagne
si fa rosso.
 
 
Piatra Neamt  Venerdi 7 Marzo 2008

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