Fuggi o speranza che mi grava che mi opprime. Fuggi,
Il cielo si spezza in fili di gelo, abbraccia la terra con mani di brina. Superba inquietudine!
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Ho visto in faccia la mia follia. L’abominio della frammentazione. L’eco di un essere che non c’è più… In un sogno, la sua disgregazione.
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Forse non tutti sanno che... Ti droghi!
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.
Là dove il calcolo sogna e incontra la bellezza, nasce il genio.
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,