Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
Ho amato fino all’inverosimile. Sono stato amato sino alla disperazione. Ho tradito
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Caro, piccolo insetto, nel giorno scarno, piena crisalide, bozzolo salvo. Ti sarà donato
Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Ci sono stronzi ovunque: a destra, al centro e a sinistra. Poi, altrove e tra loro, ci sono i fiori che sbocciano. Quando fate il salto...
Fuggi o speranza che mi grava che mi opprime. Fuggi,
La verità non è un tempio, è una danza che muta tra colonne di alabastro. Si piega, balza su è giù, avanti e indietro, mutando.
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.