Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Con la mia sorte, cercando gli angeli tra i desideri. Truccando il due, noi due, cercando
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Fuggi o speranza che mi grava che mi opprime. Fuggi,
Ci sono stronzi ovunque: a destra, al centro e a sinistra. Poi, altrove e tra loro, ci sono i fiori che sbocciano. Quando fate il salto...
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Libertà, diritti, catene, oppressi fardelli e anime “ubriache”.
Sai, mi ricordo una panchina nascosta nella mente mia. Lì mi abbracciavi e tutto intorno a noi
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare