Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Se lo cercherai, lo troverai ai bordi delle strade o su di un gozzo acceso, mente nei suoi balocchi,
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Con la mia sorte, cercando gli angeli tra i desideri. Truccando il due, noi due, cercando
Caro, piccolo insetto, nel giorno scarno, piena crisalide, bozzolo salvo. Ti sarà donato
Fuggi o speranza che mi grava che mi opprime. Fuggi,
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
La verità non è un tempio, è una danza che muta tra colonne di alabastro. Si piega, balza su è giù, avanti e indietro, mutando.
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.