Caro, piccolo insetto, nel giorno scarno, piena crisalide, bozzolo salvo. Ti sarà donato
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Tigre! Tra foreste di mangrovie il tuo sguardo inquieto s’affanna.. Silente.
Con la mia sorte, cercando gli angeli tra i desideri. Truccando il due, noi due, cercando
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Mia libertà, che da altri dipendi. Mia libertà, che sei la sciagura dei tempi.
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Ho chiesto alle stelle di Castore e Polluce, dove ci porta questa via, dove conduce. Nel mentre in cui
Ci sono stronzi ovunque: a destra, al centro e a sinistra. Poi, altrove e tra loro, ci sono i fiori che sbocciano. Quando fate il salto...
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Mi chiedo, con la penna in mano, nel giorno andato come un sovrano… se il tuo amor sarà per sempre rivolto altrove, o a me, continuam… Cosa farò di questo abbraccio
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.