Caro, piccolo insetto, nel giorno scarno, piena crisalide, bozzolo salvo. Ti sarà donato
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Ho chiesto alle stelle di Castore e Polluce, dove ci porta questa via, dove conduce. Nel mentre in cui
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
L’amore non è un capriccio, un’ottemperanza o un’obbedienza cieca. È un miraggio, l’illusione
Là dove il calcolo sogna e incontra la bellezza, nasce il genio.
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
Mia libertà, che da altri dipendi. Mia libertà, che sei la sciagura dei tempi.
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Libertà, diritti, catene, oppressi fardelli e anime “ubriache”.
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Poiché dolcezza e ira sono conseguenza della disobbedienza, e la disobbedienza, dell’ingiustizia
L’infinito... è una bolla misera, ubriaca, affranta.