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Non sarà mai ch’impressa in me non reste

Non sarà mai ch’impressa in me non reste
    L’imagin bella o d’altra il cor s’informe,
    Né che, là dove ogni altro affetto dorme,
    Novo spirto d’amor in lui si deste;
Né men sarà ch’io volga gli occhi a queste
    Di terrene beltà caduche forme,
    Per disviar i miei pensier da l’orme
    D’una bellezza angelica e celeste.
Dunque, perché destar fiamme novelle
    Cerchi dal falso e torbido splendore
    Che ’n mille aspetti qui vago riluce?
Deh, sappi omai, che spente ha sue facelle
    Per ciascun’altra e’ strali ottusi Amore,
    E che sol nel mio sole è vera luce.

Scrive ad un suo amico il quale l’incitava a risguardare molte leggiadre gentildonne che erano in una grande e lieta festa, ch’egli non lascerà mai d’amar la sua donna né s’invaghirà d’altra.

#ScrittoriItaliani (XVI Rime d’amore secolo)

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