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Quanto piú ne l’amarvi io son costante

Quanto piú ne l’amarvi io son costante
    E nel mostrar ne gli occhi aperto il core,
    Tanto nel finger voi che ’l puro ardore
    Non veggiate ne gli occhi e nel sembiante.
Che farò dunque? andrò pur anco avante
    E in questo mar del mio nemico Amore
    La nave crederò del mio dolore
    Ad Euro adverso, disperato amante?
O sembrerò nocchier, che poggia ed orza
    Ne l’onde d’Adria alterna o nel Tirreno,
    Mutando il corso ov’è soverchia forza,
Ma per turbato cielo e per sereno
    Prender con ogni vento al fin si sforza
    Sol un tranquillo porto un dolce seno?

Dimostra la sua antica costanza e la nuova incostanza de la sua donna
esser molto diverse.

#ScrittoriItaliani (XVI Rime d’amore secolo)

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